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Il telecronista delle frasi sessiste ai Mondiali di nuoto: “Ero fuori onda”

Lorenzo Leonarduzzi, il telecronista accusato insieme al suo collega Massimiliano Mazzucchi di aver pronunciato nel corso dei Mondiali di nuoto battute sessiste durante la gara dei tuffi, si difende in un’intervista.

Interpellato da La Repubblica, il giornalista, che nelle prossime ore lascerà il Giappone dopo l’apertura da parte della Rai di una procedura disciplinare nei suoi confronti, ha dichiarato che “tutto quello che sta accadendo ha una portata esageratamente grossa ed è sbagliato”.

“Dovevo andare in onda alle 8.30 italiane per i tuffi sincro donne, le 15.30 in Giappone. Quando mi sono collegato con la regia mi hanno detto: ‘No, non sei in onda perché c’è il Tg2. Oggi non andiamo su Rai Play, faremo tutto in diretta fino alla fine’. In quel quarto d’ora di pausa mi sono tolto la cuffia e mi sono messo a scherzare con i colleghi vicini, tra cui Mazzucchi”.

Sulla barzelletta sulle donne, quella del “Si La Do”, Lorenzo Leonarduzzi afferma: “Ero fuori onda, in pausa, non stavo lavorando in quel momento. Questo è il punto chiave della vicenda. Posso convenire che la barzelletta fosse di dubbio gusto, ma vivaddio certe cose si possono ancora dire, non sono vietate. Poi ho chiesto un termine tecnico sull’arpa, che ho scoperto ‘si pizzica’ e non ‘si suona’. Un dibattito nato dal cognome di un’atleta, Harper”.

Accusato di body shaming per aver definito insieme a Mazzucchi “grosse” le atlete olandesi, il telecronista dichiara: “È un commento tecnico fatto insieme a Mazzucchi. Sono alte un metro e ottanta e con spalle più larghe e muscolose rispetto alle altre avversarie. Sono osservazioni tecnico-sportive che faccio anche sugli uomini. Non ho fatto body shaming perché io ho molto rispetto del corpo degli sportivi. E poi ho fatto un paragone con Giulia Vittorioso, anche lei molto muscolosa, che è mia parente. Figuriamoci quindi se volevo essere offensivo”.

Leonarduzzi, poi, avanza il sospetto di un complotto nei suoi confronti: “Non sono un complottista in genere, ma adesso ho dei pensieri. Perché guardare con quell’attenzione otto ore di diretta di Leonarduzzi? Qualcuno vuole infangare la Rai, per cui è un onore lavorare. C’è qualcosa che non mi quadra e con i miei avvocati voglio andare a fondo a questa vicenda. Leggo che c’è una presunta Pec inviata alla Rai da uno spettatore: l’ultima riga di questa presunta mail contiene velate minacce. Poi è stata diffusa sui social network mezz’ora dopo. Mi sembra un’operazione costruita”.

“Mi scuso con la Rai per l’oceano di m… che le è stato riversato addosso. Ma non per le mie parole, mi era stato detto che ero fuori onda e non che ci fosse un microfono aperto di un altro canale. Quindi mi sono rilassato un attimo scherzando con i colleghi. Sono dispiaciuto per l’azienda, ma non mi devo giustificare per una barzelletta ‘Si la Do’. L’ho detta quando non ero operativo. Non posso pagare io per un sistema tecnologico che ha delle falle notevoli nell’accensione e nello spegnimento dei microfoni. Quando c’era da scusarsi, l’ho fatto” ha aggiunto il telecronista.

Su un eventuale procedimento disciplinare nei suoi confronti, Lorenzo Leonarduzzi afferma: “Sono molto preoccupato, ma allo stesso tempo non vedo l’ora di parlare con la Rai per chiarire tutto. Ne va della mia dignità personale, un furto di audio ha creato un’eco mediatica enorme che ha travolto anche la mia famiglia. Sui social network mi hanno minacciato, c’è chi ha scritto di voler vedere il mio aereo cadere. Mia mamma, in lacrime, mi ha chiamato dal telefono di mia moglie chiedendomi cosa stesse succedendo”.